martedì 15 maggio 2012

Vi racconto una storia.

C'era una volta una ragazza di quelle un po' dai gusti difficili.
Quelle cui non va mai a genio nessuno, quelle che "piuttosto che gente meglio un libro", quelle che niente le rigenera di più che stare a casa da sola tra le sue cose. Senza fare nomi, la chiameremo Theallamenta.

Theallamenta, nel suo nido di "pochi(ssimi) ma buoni" aveva tre-amiche-tre. Tre di numero. Una conosciuta alle medie, migliori-amiche per anni, poi perse e poi ritrovate tre o quattro anni fa. Ma lei non c'entra in questa storia.
Un'altra, conosciuta quattro anni fa, grande intesa, cene in quattro, uscite a due, comprensione a mille. La chiameremo Pesca.
La terza era l'amica-Amica, quella del "non mi sposerò MAI ma se mai mi dovessi sposare sarai tu la mia testimone", quella che era entrata nella top five delle persone più importanti della vita, quella che era l'anima gemella. Quella che, appunto, era. La chiameremo Viola.

Un giorno, nel lontano novembre dell'anno prima, Pesca più o meno sparisce. I messaggi erano sempre più rari e le chiamate scomparse, le sue parole erano sempre "sono in crisi scusami", quelle di Theallamenta erano "cosa succede? vuoi che ci vediamo? posso fare qualcosa?".
Le sue erano "no non me la sento, quando poi mi riprendo, sono un po' in crisi".
Theallamenta continuava a chiedere "vuoi che ci vediamo? posso aiutarti?"
E Pesca rispondeva sempre "non me la sento, sono in crisi".

A Natale non si sono viste, a Capodanno neppure, dopo Capodanno meno che mai. Theallamenta scopre, facendosi una figure de merde che Pesca e il fidanzato, mentre stavano mettendo su casa, si sono lasciati. Theallamenta li aveva invitati a cena una sera, e Pesca aveva risposto che non si vedevano più da parecchio tempo. Theallamenta cade dalle nuvole, perché nel suo immaginario lo status di "migliore amica" implica che una cosa del genere è una di quelle per cui ci si può anche telefonare nel cuore della notte. Ci rimane male, ma si preoccupa per Pesca, che però continua con il mantra del "sto malissimo, sono in crisi, non me la sento".
Passano le settimane, Theallamenta scrive a Pesca più volte per proporle una cena insieme, un tè, una chiacchierata, un aiuto. "Sto male".
Theallamenta perde uno dei suoi affetti più grandi, la sua coniglietta. Viola c'è.
Pesca, no.
Arriva San Valentino, Theallamenta chiede a Pesca di cenare insieme quella sera così non si deprime a casa. Pesca dice no. Sta male.
Passano le settimane, Theallamenta inizia un po' a scocciarsi, ma si dice che è solo perché ha a tutti i costi lo spirito da crocerossina, in fondo, se Pesca non ha bisogno, o sta bene senza di lei, conviene mettere da parte il delirio di onnipotenza e starle vicino a distanza. Per quanto possibile.

(Theallamenta non ci crede, allo "stare vicino a distanza"; non ha senso nemmeno nelle parole. Ma se a Pesca va bene così, allora si adegua).

Arriva il primo giorno di primavera, e con lui Viola se ne va. La lascia per sempre. La sua migliore amica, il suo punto di riferimento, il suo quasi-tutto.
Theallamenta ha male in ogni parte dell'anima, il dolore è tale che quasi non respira. Cerca Pesca (via messaggio, il telefono è bandito), le chiede di non allontanarsi, le dice che ha perso un'amica, che sta male e che ha bisogno di lei.
Pesca le dice che le dispiace tanto per quello che è successo, ma che lei non è in grado di aiutare nessuno in questo momento.
Theallamenta non capisce, piange, si sente sola e arrabbiata. Ha il dubbio di aver perso due amiche al prezzo di una.
Passano i giorni, Theallamenta si appoggia all'unica altra amica che le rimane, che c'è ed è confortante, e Theallamenta la adora per questo e non la ringrazierà mai abbastanza.
Pesca sta ancora male, ancora non vuole vederla né, a quanto pare, aiutarla.

Passano le settimane: Theallamenta cerca conforto in qualsiasi cosa, cerca di riempire il vuoto, cerca di stare vicino a quel lui che è rimasto solo, cerca di inghiottire le lacrime ogni volta che può e di lasciarle uscire quando sente che sta scoppiando. Theallamenta cammina per la sua città e spesso si ferma a piangere su una panchina. Non parla con nessuno o quasi, perché pensa che nessuno possa capire, pensa che nessuno abbia mai sentito un dolore così grande.

Poi, un giorno, arriva un messaggio di Pesca, che suona pressapoco così: ciao, spero che tu non sia arrabbiata, mi manca non vederci, sto faticando a trovare la serenità, sono giorni bui, non riesco a dare un senso alle mie giornate, scusa per l'assenza, ma è solo perché sto passando un momento buio, spero che tu abbia superato quel momento di difficoltà.

Theallamenta è allibita. Apprezza lo sforzo, sa che il fatto che Pesca le abbia scritto sia già tanto, ma non può fare a meno di arrabbiarsi e non riesce a trattenersi: le risponde che non è stato "quel momento di difficoltà", che è morta la sua migliore amica a 35 anni,  che si sente sola e disperata e che le ha sempre offerto la sua presenza anche se lei non l'ha mai voluta. E soprattutto che si sente a pezzi per una cosa più grande di lei e che il fatto che Pesca non ci sia la ferisce e le fa male.
Pesca le dice che ha ragione e che le dispiace e scusami.

Vanno avanti  con qualche messaggio sullo stesso stile, Theallamenta specifica per l'ennesima volta che lei c'è, se ha bisogno. E di non preoccuparsi che non ha bisogno di aiuto, ma solo di non essere lasciata sola.

Poi ci pensa e ci ripensa e sta male.
E poi Pesca le dice che può immaginare quello che ha passato.

No, non lo può immaginare. Non può farlo. Non ha idea di cosa si prova quando leggi un messaggio e non sai ancora che è l'ultimo. Non ha idea di cosa vuol dire stare attaccati a un telefono come le adolescenti ad aspettare notizie, non può immaginare quanto lenti sono stati quei giorni, non può sentire quanto male ha fatto la tensione che cola via come sudore, non sa cos'ha voluto dire andare con lei a tagliare i capelli, portarle il pranzo quando faceva la chemio, fare spesa insieme per spiegarle cosa era meglio che mangiasse.
Non può sapere cosa si prova a non rispondere, per puro caso, a una telefonata che era LA telefonata e come ti si schianta il cuore in mille pezzi quando vedi "una chiamata persa" e non hai il coraggio di rifare il numero perché quello che ti devono dire è la cosa che più temi di sentire da una settimana e le dita non riescono a schiacciare il tasto richiama perché forse finchè non lo senti dire non è successo. E invece è successo e ti ritrovi a piangere senza lacrime in macchina da sola sapendo che mai più nella vita avrai lei al tuo fianco e anche se sai che soffriva non capisci cosa vuol dire "almeno ha smesso di soffrire" perché, ti dici, poteva smettere di soffrire anche guarendo e invece no, non c'è più niente, è finito tutto e sai che da lì in avanti potrai solo più aggrapparti ai ricordi ma non sai se ti basteranno.
No che non basteranno.
Non può immaginare cosa vuol dire avere in ogni angolo della casa qualcosa che le ricorda lei, non può sapere che pugnalata al cuore è leggere i vecchi messaggi. Non ha idea di cosa abbia voluto dire per Theallamenta chiamare le onoranze funebri e ordinare il cuscino. Non ci sono parole per dire quanto le si sbricioli il cuore ogni volta che realizza che è successo davvero, ogni volta che si chiede se sapeva, ogni volta che si chiede come mai invece lei stessa non lo avesse mai messo in conto nemmeno per un momento.
Non può immaginarlo perché non c'era.
E la cosa assurda, invece, è che Viola c'è sempre stata. Quando faceva la chemio, quando ritirava le analisi, quando faceva la tac, quando non dormiva di notte, quando aveva la febbre, quando era stanca e stravolta dal dolore, per qualsiasi cosa lei c'era. Per ogni problemino stupido di Theallamenta, per parlare di ricette, per fare un corso insieme, per una videochiamata di due ore, per comprare su Privalia, per scambiarsi i libri, per parlare di fidanzati, per criticare l'abbigliamento delle colleghe, per un pranzo insieme solo loro due. C'era.
Theallamenta non sa perché ci fosse sempre, forse perché la vita è fatta anche degli altri, forse perché se tu hai un problema e aiuti qualcun altro ti senti un po' meglio, forse perché è più facile aiutare gli altri che se stessi.
Theallamenta si arrabbia anche perché non ha chiesto aiuto due giorni dopo la sua rottura con il fidanzato, ma sei mesi dopo. SEI MESI.
Non è una gara a chi sta peggio, no. Si tratta solo di stare vicini. Non importa per cosa si sta soffrendo.
Dice a se stessa che non è giusto aggiungere al dolore altro dolore. Non ne ha bisogno. Non le serve. Deve solo stare bene. Non è facile da mandare giù. Perdere un'amica è stata una tragedia. Perderne due era proprio necessario? C'è un modo perché non si senta così uno schifo?
Theallamenta è per lasciar perdere e lasciare che Pesca si gestisca con i suoi tempi. Però cazzarola, sette mesi sono pur sempre sette mesi, che razza di amicizia è? Si aspetta che Pesca abbia di nuovo voglia di vederla e di parlarle, ma non sa esattamente se tutto sarà poi come prima.

Theallamenta ha ancora il regalo di natale per Pesca sulla libreria. Era una sciarpa di lana: dopo sette lunghi mesi non ha più alcun senso.



14 commenti:

Beauty0nMars ha detto...

Mi hai fatto commuovere parlando della tua amica Viola, mi spiace tantissimo.


Per Pesca secondo me dovresti iniziare a sbattertene davvero, come lei ha fatto con te. Le persone non si smette mai di conoscerle e non sempre le cose nuove che scopriamo riguardo loro possono far piacere.

A presto!

Fanni ha detto...

Ho letto questa "storia" trattenendo il respiro. Anche e soprattutto perché non è un racconto di fantasia, ma è la vita. La vita vera.
Non sarò quella che ti dice "lasciala perdere, tu per lei ci sei sempre stata e lei per te, invece, no". No, perché come hai detto tu, ognuno ha tempi diversi. Ognuno ha modi diversi di confrontarsi col dolore, dolore per aver perso un fidanzato e dolore per aver perso un'amica.
Hai ragione, non è una gara.
Sono certa che anche la tua Pesca abbia il cuore a pezzetti. Ma, come hai detto tu, ci si può aiutare: io con la mia colla, tu con la tua. Tu incolli un po' di me, io incollo un po' di te. Ci aiutiamo a vicenda in questo tragico decupage o, per usare un'altra metafora, per completare un puzzle rosso che ha la forma del nostro cuore. Le tesserine sono a migliaia, tutte sparse sul pavimento. Sembra impossibile ritrovarle tutte - alcune sono finite sotto al divano, altre chissà dove. "Non ce la farò mai a completare il disegno", dici.
Quel che posso consigliarti, però, è di non chiudere la porta in faccia a nessuno. La vita è già tanto brutta, tu stessa l'hai provato sulla tua pelle.
I ricordi che hai di te e Viola sono tuoi, solo tuoi.
Pesca c'è ancora, forse un giorno chiederà davvero il tuo perdono. E non solo per SMS.
E allora, ciò che posso dirti è di abbracciarla. Di imparare a volerle nuovamente bene. Perché il rancore ti consuma, come la malattia che ha consumato la tua amica. Ma, mentre dal male Viola non è guarita, tu dalla tua solitudine puoi uscire.
E se, invece, Pesca non tornerà... beh, allora dovrai immaginare che, alla fine dell'estate, anche le pesche smettono di crescere sugli alberi. Marciscono.
E arriva l'Uva, arrivano altri frutti dell'autunno.
Basta avere pazienza. Basta sperare. Basta non dire mai "non ce la faccio".

Spero di non essermi allargata troppo, di non avere esagerato. Ma le tue parole mi hanno toccato in fondo al cuore e, nel mio piccolo, volevo esserti vicina.
Io so cosa significa convivere col dolore, ma so anche cosa vuol dire perdere un'amica. So anche, per finire, che se quell'amica dovesse tornare... io l'aspetterei a braccia aperte.

Anonimo ha detto...

Carissima, mi dispiace tanto per la tua amica.
Son proprio veri i vecchi detti che gli amici si vedono nel momento del bisogno. C'e' chi riesce a essere obietivo e "dimensionare" il proprio dolore al mondo che lo circonda e chi invece pernsa di essere il centro del mondo.
E poi ci sono persone (come te) che sanno ascoltare e sanno essere una spalla su cui piangere e gli altri spesso non capiscono che stanno esagerando...
Chissa' che paranoie e che vergogne aveva la tua amicha che non ti voleva parlare del suo rapporto finito, perche' di solito e' normale volersi sfogare...
Il mio rapporto con una "buona" amica si e' incrinato quando lei, chiamandomi per farmi le condoglianze per la morte di mio padre, ha iniziato a parlarmi dei suoi problemi con il dentista... Non ci potevo credere!!!
L'amicizia e' come un vaso di cristallo, quando si crepa resta anche insieme, ma la crepa continua a vedersi...
Un abbraccio forte
Lady

stregalice ha detto...

Con gli amici sono stata a volte Pesca ed a volte Theallamenta, ho il magone a scrivere.

Non è vero il detto che gli amici ce li scegliamo. L'amicizia è un dono e sta noi curarla e nutrirla come un fiore, anche se adesso stai male le tue amicizie saranno rigogliose perché saprai dare le giuste cure...
Quando a Pesca passerà, si troverà un sacco di erbacce rinsecchite e spero tanto che abbia un'amica giardiniera che le dia una mano.

Un abbraccio

Italian desi ha detto...

Mi è appena successa la stessa cosa. Io ero Theallamenta, e lei era una Pesca. Alla fine ho lasciato perdere, ma perché ci stavo davvero male.
Non è facile. Non lo è mai, non lo è ancora dopo mesi.
Vorrei poter dire di aver superato il tutto, che non ci penso più... ma non è vero. Ci penso ogni giorno perché era una persona davvero importante. Mi sono stancata di correrle dietro e di essere continuamente respinta, ma spero ancora in un riavvicinamento, anche se so benissimo che dopo le cose non potrebbero più essere quelle di prima, per forza.

Le uniche cose che mi consolano sono che da queste storie ne usciamo solo più rafforzate... se Pesca ti cercherà, bene... altrimenti...

Per mia fortuna, nella mia esperienza non c'è Viola, non ho idea di come si sarebbe comportata la "mia" Pesca in questo caso... anzi, non voglio proprio pensarci.

Queen ha detto...

avevo letto il post in cui avevi paura che arrivasse il tragico momento di separazione da Viola, speravo non fosse ancora successo, speravo per una volta di legger un lieto fine.
Hai tutte le ragioni del mondo ma le persone sono strane, anche io ho perso qualche amica come Pesca per indifferenza, ci sono stata male poi ho imparato a lasciare andare, e me ne sono fatta una ragione. Ti abbraccio

Cupcakes ha detto...

Io credo che tu abbia perso un'amica, e non due. O forse due, ma la prima l'hai persa sette mesi fa, e la seconda solo di recente.

L'egoismo non sta alla base dell'amicizia, ma non tutti lo sanno, o non tutti gli danno importanza.

La frase sul fatto che ci si rende conto che una persona, quando se ne va, non ci sarà mai più, neanche per un solo attimo, fa male.
Fa male proprio.

La migliore amica di mia mamma è morta quando aveva 26 anni e mia mamma 24. Aneurisma, arrivederci, dopo sette ore in sala d'aspetto è entrata in coma e poi morta (non so se te l'avevo già scritto). E adesso le amicizie di mia madre non sono amicizie.

Ma insomma, cosa mai si dovrebbe dire in queste situazioni?
Nulla.

Ma continuo ad abbracciarti comunque forte, anche se solo virtualmente.

Federica ha detto...

Io ho letto tutto, fino in fondo, e onestamente non ho parole.
Queste cose lasciano così, una strana sensazione ma... nessuna parola può esprimere quello che si prova.
Per quello che può valere ti abbraccio virtualmente.

Katrina Uragano ha detto...

Le tue parole hanno uno struggimento tale che forse anche l'algida Pesca si commuoverebbe, leggendole. Perché si, io credo che una persona amica non si rintana nel suo mondo come se fosse l'unica a soffrire. Non ti scaccia, non ti lascia all'angolo, non ti fa soffrire da sola quando sei tu ad avere bisogno.
Mi spiace da morire per tutto quello che Viola ha passato e da come ne parli si comprende che era una persona speciale. E anche tu lo sei. Ti abbraccio forte.

stregalice ha detto...

Ho riletto il mio commento e non ha il senso che volevo, ho un po' di magone (per me, per te, per Viola, Pesca, etc), abbi pazienza ..

Spendi e Spandi ha detto...

Senza offesa ma Pesca è una stronza. Punto.
A prescindere dai problemi che ha. Leggendo la tua storia, la vostra storia, di te e Viola, è venuta voglia a me di abbracciarti e, per quanto possibile, consolarti, che ti conosco solo tramite il blog. Come può un'amica ridurre quello che stai vivendo a "un momento di difficoltà"? La tua voglia di lasciar perdere è comprensibile e giusta. Ma ho idea che quel regalo ancora incartato sulla libreria, così come le molteplici offerte di aiuto, la dicano lunga sul valore che Theallamenta da all'amicizia e a Pesca, che però non sembra meritarli molto...
Ti abbraccio forte e ti penso tanto! Un bacio

Dony Cipriadiluna ha detto...

Mi dispiace davvero tantissimo per Viola...dal tuo racconto si capisce che splendida amica fosse, presente sempre anche quando stava attraversando momenti difficili e dolorosi. Immagino il vuoto ora. E nel leggere le tue parole ho provato davvero delle fitte al cuore. Ho anche io avuto "amiche" come Pesca...prima me la prendevo, ora non più. E' vero che ognuno ha i suoi tempi, ma è proprio nelle difficoltà che si vede l'amicizia. Se lei non ha avuto bisogno di te in quei momenti e ha preferito stare sola...beh...penso si capisca come la penso. Lasciarsi con un uomo fa soffrire per carità, ma tutto si risolve. La perdita di una persona cara invece resta, per sempre. Ti abbraccio forte

Theallamenta ha detto...

Grazie a tutte per la comprensione. grazie davvero di cuore perché mi sento sola e le vostre parole mi hanno ricordato che non lo sono :)

heartbeat non so se ce la farò a fregarmene. sono stufa di dovermi stupire tutte le volte, non ho ancora imparato.

Fanni non è una gara, ma come dici tu ci si 'incolla' il cuore a vicenda, per quello che si può. Non chiuderò la porta, non è da me, sarò qui e se e quando vorrà ci sarò. Ma non posso giurare che sarò la stessa di prima. Grazie per le tue frasi dolcissime :)

Lady io non sono l'amica perfetta, anzi. sono solitaria, criticona, egocentrica e anche un po' gelosa. ma ci sono momenti, come dici tu, che sono universalmente riconosciuti: se una amica perde un affetto e soffre, si molla tutto e si corre, se vuole. se non vuole è un altro paio di maniche. hai ragione, sai, sul vaso di cristallo.

stregalice non ti preoccupare ^^ comprendo il magone. sono qua che faccio la scema con la Fruity ma non sono mica tanto in quadro. borderline? forse :) ti abbraccio forte

Haze forse non riesco a rassegnarmi al fatto che io c'ero e lei non mi ha voluta. poi però io la volevo e lei non c'era. insomma, come la mettiamo?

Queen è vero... ma ci sono momenti in cui lasciar andare è più difficile del normale perché ne hai comunque bisogno anche se non ti da niente e non ti cambia niente...

Cup non l'avevo mai guardata da questo punto di vista, grazie. è vero, forse l'ho persa mesi fa e me ne sono accorta solo adesso.

Federica grazie, anche il non avere parole mi fa sentire meno sola, davvero.

Dama forse sono io che sono egoista, forse sono io che sto pretendendo che gli altri lascino da parte i loro problemi per aiutare me. Non lo so. grazie dell'abbraccio, è come se fosse vero.

Spendi, il 'momento di difficoltà' mi ha ferita terribilmente. Forse non dovrei pesare così tanto le parole... ma se non peso le parole cosa peso, i fatti? ah beh...
la verità è che mi dispiace per tutte e due, per me e per lei perché stiamo male entrambe e non siamo capaci a stare male insieme.

dony grazie. non voglio fare 'quella che sta più male' ..ci mancherebbe! mi fa male che ho avuto bisogno e lei non c'era. e non c'era perché stava male, va bene. ma non c'era. non so se arriverà mai il giorno in cui non me la prenderò più e non sbatterò più il muso in queste cose.

Anael ha detto...

Non ho letto i commenti, ma ho letto tutto il post. Non credo ci sia niente da dire, riguardo alla tua amica Viola. Solo un rispettoso silenzio. Per quanto riguarda Pesca, potrebbe essere che sia caduta in depressione? Nella depressione vera, dico. Perchè questo è l'unico motivo che giustificherebbe il suo comportamento. Io l'ho passata, in forma leggera, a 18 anni, e ti assicuro che in questo caso puoi giustificarla. In caso contrario: ciao Pesca, è stato bello conoscerti, adesso ognuna per la sua strada.

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