martedì 7 agosto 2012

* Libri * - Frullato e mangiato.

Qualche giorno fa ho comprato questo libro:

Visto che ieri è arrivato e ieri sera l'ho finito, vale la pena, secondo me, spendere due parole.

Io non sono fan del crudismo. O meglio, non sono informata sull'argomento. Mi interessa, ma non vorrei mai alimentarmi solo di cibi crudi.
L'energia che viene prodotta dalla cottura è importante per l'organismo, è giusto in estate (stagione yang) alimentarsi anche con alimenti crudi e freschi (cibi yin), ma per le altre stagioni non credo che il crudismo sia sbilanciato in senso yin.
Poi magari mi sbaglio, ma dai miei rudimenti sento di poter affermare che non fa per me.

Però, sono una fan dei frullati, questo sì.
Quindi, comprando questo libro, mi aspettavo migliaia e migliaia di ricette. Invece no. Certo, ce ne sono, ma sono relegate alla parte finale del libro. La maggior parte delle pagine è dedicata alla descrizione dei benefici che derivano dal consumo di frutta e verdura crude sotto forma di centrifugati e frullati, dai metodi per raggiungere il benessere, dall'autocoaching per tenere sotto controllo i progressi. La delusione si è fatta strada in me man mano che proseguivo nella lettura.

Vi dirò, alla fine del libro ho cambiato completamente idea. La parte più interessante e stimolante è stata proprio la teoria. Le ricette lasciano un po' a desiderare. Non sono niente di particolare, va da sé che mettere insieme frutta e verdura per frullarle non è che richieda grande fantasia. Tutto sta nel fare tentativi e tornare su quelli "bevibili".

In particolare, c'è una parte che mi ha colpita: la parte che riguarda il consumo di carne. L'autrice afferma che, proprio come noi, anche gli animali non vogliono morire. Quando vanno al macello hanno paura, adrenalina, terrore. Tutte cose che si portano dietro nei loro ultimi momenti di vita. E che noi mangiamo (okay, l'ho fatta semplice: nel libro il ragionamento è più complesso).
Non mangio carne già di mio, ma dopo questo passaggio, cosa sulla quale non avevo mai riflettuto, sono ancora più conivnta che mai, mai, mai più toccherò un pezzo di carne.

Libro consigliato? Sì, se privilegiate la teoria alla pratica. No, se avete già un'infarinatura sull'argomento e cercate ricette su ricette da provare.

7 commenti:

Hermosa ha detto...

Quando non mangiavo carne, lessi anch'io di questo tema. In effetti, anche volendo tenere fuori ogni componente antropomorfa/sentimentale, la tesi regge: al momento della morte il dolore sentito provocherà per forza delle reazioni chimiche. Per me, e so bene di stare toccando un tasto delicatissimo, il vero dilemma è trovare il punto di confine: se riconosco al suino una sensibilità di questo tipo, sono davvero sicura che non l'abbia anche un uovo? O una pesca? Ti assicuro, non sono provocatoria e non lo dico per irridere ( spesso questi argomenti vengono usati in questo modo, per questo ci tengo a sottolinearlo). E' chiaro ch ela pesca non ha conspevolezza quanto un animale, ma anche un frutto sentirà il momento in cui viene colto e questo provoca reazioni. Sono cose sulle quali sto ancora riflettendo e leggo sempre con interesse i tuoi post sul tema ( a proposito, ho cambiato modo di tagliare la cipolla!!). Ecco, ho fatto un pistolotto:D

Theallamenta ha detto...

Guarda, sono le stesse cose che mi chiedo anche io. Però poi cerco di mettermi un freno altrimenti entro in una crisi senza fine.
Credo che ognuno arrivi a stabilire il limite per se stesso, ci sono cose che la mia coscienza riesce a tollerare e quella di altri no, oppure magari per me è più importante il sentimento e per un altro la chimica.
Penso che non smetterò mai di riflettere su questi argomenti, e che le scelte che si fanno debbano essere suscettibili di cambiamento.

La cosa che però più mi preme a livello universale è che la scelta che uno fa, indipendentemente da quale sia, sia pensata e abbia dietro dei ragionamenti e delle motivazioni.
Cioè, il "mangio carne perchè l'ho sempre mangiata, perchè dovrei cambiare?" mi spiace ma no :)

Hermosa ha detto...

D'accordissimo con la tua chiusura: ognuna di noi troverà risposte diverse ma averci riflettutto, e seriamente, è la cosa più importante...

Manuki ha detto...

Anche io sono d'accordo con il discorso che ogniuno fa le scelte secondo coscenza ma nel mio caso la componente più importante è il benessere. Ed il mio organismo sta bene se mangio proteine animali ed in particolar modo carne e pesce rispetto ai latticini ed in generale rispetto a quelle vegetali (soprattutto i legumi). Facendo la scelta di essere vegetariana mi ritroverei a mangiare solo soia e uova.
Sto proprio male se mengio troppo legumi o latticini e quindi devo variare.
Inoltre il ragionamento sugli allevamenti intensivi è quello che più mi turba e quindi dovrei diventare vegana. Perchè una gallina senza becco e senza zampe che mi fa le uova in una gabbietta più piccola di lei non mi fa stare meglio di saperla uccisa per sfamarmi.
Quindi ho preso decisioni diverse per tutti questi motivi (ed altri): solo biologico per frutta e verdura, soprattutto se cruda e solo allevameneti non intensivi.
Certo costa generalmente di più ma non c'è paragone e si finisce per variare di più tra i vari tipi di cibi proteici.
Un animale che ha vissuto felice la sua vita sicuramente mi fa stare meglio di uno che ha vissuto in condizioni orribili.
In generale poi non amo (capretto e agnello per sapore ed odore quindi almeno quello me lo risparmio e lo risparmio a loro)
Purtroppo nel mio caso ho avuto bisogno di trovare degli equilibri tra coscienza e salute.

ps anche io ho scritto un pistlotto!

Theallamenta ha detto...

Manuki anche io metto il benessere al primo posto. Non ero una gran mangiatrice di carne, quindi non so quanto abbia influito eliminarla del tutto. Di sicuro, se all'inizio l'ho eliminata per questioni di salute e non di etica, adesso sono diventata ipersensibile e non riesco più a sopportare l'idea di mangiarla.

Preferisco uno che mangia carne per gusto, perchè privarsene sarebbe troppo frustrante, perchè è la cosa che piace di più al mondo, piuttosto che chi mangia carne senza farsi nemmeno una domanda.

Il benessere per me viene prima della coscienza, in questi casi. Come dicevo prima io mi auguro sempre che le scelte siano davvero scelte (come nel tuo caso) e non un "mi capita così".
:)

Manuki ha detto...

Certo che deve anche piacere, ovviamente. Se no avrei un'avversione a priori. Diciamo che per una questione di coscienza avevo provato e mi sono ritrovata a stare male come ti raccontavo e quindi ho desistito prendendo perlomeno quella che credo sia una strada migliore del "spendo meno che posso al supermercato".. anche quello ahimé è un punto importante alcune scelte costano (in denaro) più di altre e c'è anche chi non ce la fa, soprattutto di questi tempi.
Buona giornata!

Theallamenta ha detto...

Manuki certo, anche economicamente alcune scelte possono pesare. Però io preferisco rinunciare ad altro, ma lì dipende dalle priorità :)

Quello che fai tu è quello che faccio anche io quando ho gente a cena o cose simili, e la trovo una cosa saggia (come fa il mio fidanzato, che si dichiara "onnivoro coscienzioso").

Mi chiedo spesso cosa farei se avessi un figlio, ma non è una risposta che mi serve trovare adesso :)

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